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Casa Protetta “Self” è tra le più rinomate strutture private per anziani a Rimini, offre servizi curati e attenti alle esigenze dell’ospite, avendone riguardo e rispettando la privacy grazie a personale sanitario e infermieristico preparato ed esperto.

Nella maggior parte dei casi, la scelta di portare i propri cari in casa di riposo nasconde un processo decisionale difficile, sia dal punto di vista affettivo che psicologico.

Ad essere coinvolti in questo percorso sono gli anziani e i famigliari: entrambe le parti si troveranno ad affrontare nuove abitudini e ambienti diversi, con conseguenze che potrebbero incidere sulle persone a livello mentale e comportamentale.

Perché è difficile decidere?

La casa di riposo rappresenta, inevitabilmente, un punto di distacco netto tra un’intera vita vissuta e un futuro che si presenta in genere medio/breve: in alcuni casi, quest’ultimo è facilmente intuibile e si prospetta addirittura brevissimo, mentre in altri il tempo lascia spazio ancora ad alcune attività in fase di terza età.

Decidere di portare i propri cari in casa di riposo è sempre complicato, in quanto possono affiorare sensi di colpa che influenzano le abitudini di vita di figli e parenti più stretti, oltre che degli anziani coinvolti in prima persona.

Le notizie che si sentono in televisione o che talvolta si leggono sui giornali, che descrivono un personale sanitario non particolarmente attento ai bisogni dei “pazienti” e utilizza metodi poco raccomandabili, contribuiscono a creare ulteriori incertezze e remore a chi dovrebbe, invece, decidere per il bene della persona.

Un’altra preoccupazione di non poco conto riguarda la reazione che l’anziano o il malato potrebbe avere una volta sradicato dal suo ambiente tradizionale, ossia quel paese o quella casa in cui si è costruito una vita e in cui risiedono moltissimi ricordi. In casa, la persona si sente sicura, protetta e abituata: conosce i ritmi, si trova a proprio agio negli ambienti domestici, vive una situazione di serenità. Nella residenza per anziani tutto appare nuovo e incerto. L’anziano si muove con circospezione in quanto si trova in un ambiente a cui non è abituato e potrebbe sentirsi poco sicuro negli spostamenti. Familiarizzare con i nuovi spazi richiederà tempo.

Il passaggio dalla propria dimora a una struttura privata per anziani rappresenta il netto distacco tra abitudine e novità: quest’ultima, in età avanzata, non sempre viene accolta allo stesso modo e potrebbe portare a qualche scompenso.

Le difficoltà di assumere una decisione sono, per la maggior parte delle volte, di tipo mentale e psicologico, ma anche fisico e comportamentale: senso di colpa, inettitudine all’assistenza, incapacità di gestire determinate situazioni, impossibilità di garantire assistenza costante e nel modo corretto, timore della reazione dell’anziano, consapevolezza delle difficoltà nell’anziano in un ambiente a lui sconosciuto (spazi e persone), timore che la persona possa non trovarsi bene e ricevere poche attenzioni.

Perché portare i propri cari in casa di riposo?

La casa di riposo rappresenta una meta che coincide spesso con il fine vita di moltissime persone. A volte la decisione è “obbligata”, mentre in altri casi appare quasi forzata o preventiva. Il primo caso è da ricondurre a persone gravemente malate, con problematiche che sono complesse da gestire all’interno delle mura domestiche, poichè richiedono personale dedicato e adeguatamente formato. Nel secondo caso, invece, la scelta di portare un anziano in una struttura dedicata è dettata da altre motivazioni, come la lontananza logistica di famigliari e parenti, la solitudine, la preoccupazione dell’abbandono, il timore del sopraggiungere di problematiche che potrebbero causare un’autosufficienza ridotta.

Ovviamente è sempre difficile fare il passo con convinzione e troppo spesso si teme il giudizio degli altri, i quali possono pensare che portare gli anziani in casa di riposo sia un segnale di distacco e di poca riconoscenza verso il proprio caro.

Al contrario, il periodo dell’anzianità viene vissuto in armonia, con dignità e con rispetto della storia della persona. Ciò grazie alla presenza di operatori che hanno nel lato umano la loro principale caratteristica.

Optare per la residenza per anziani non dovrebbe essere una scelta di comodo, ma un modo per donare al soggetto coinvolto tutte le cure e l’assistenza di cui necessita, quando in ambiente domestico le condizioni non lo consentono più.

Quali peculiarità deve avere un OSS?

Gli assistenti di un centro anziani assistenziale sono riconosciuti come OSS; questo termine identifica un operatore sociosanitario che deve possedere conoscenze mediche e sociali utili ad affiancare altre figure professionali qualificate, come educatori, dottori e infermieri di un ospedale o di una struttura privata per anziani.

Un OSS non è né un medico, né uno psicologo, ma supporta persone bisognose di assistenza, proprio come gli anziani di una casa di riposo.

Alcune delle caratteristiche principali di un operatore sociosanitario sono la predisposizione al lavoro in team, la conoscenza dei compiti da svolgere, l’avere basi solide su come affrontare le difficoltà in campo sociale e assistenziale ed infine anche avere una buona attitudine all’ascolto. Moltissimi OSS sono anche dei volontari che vogliono contribuire a dare supporto a persone della terza età necessitanti di compagnia e sostegno.