Colosso mondiale della ristorazione, Yum! Brands presenta oltre cinquantamila sedi in giro per il globo. I suoi famosissimi marchi sono un simbolo del Fast Food internazionale. Parliamo, del resto, di Kentucky Fried Chickem (KFC), Pizza Hut, Taco Bell e The Habit Burger. Quando si gestiscono catene così massive, dal consumo di risorse non indifferente, impattare sull’ambiente diventa più semplice del previsto. Una nuova svolta animalista, però, è dietro l’angolo per KFC, sbalordendo i clienti.
Info sulla svolta animalista di KFC
La notizia dell’impegno di KFC a diventare 100% libera dalle gabbie entro il 2026 per la maggior parte delle sue sedi e, entro il 2030, su scala globale, ha già fatto il giro del Web, nonostante sia recentissima. A rendere noti i fatti, infatti, è stata la ong animalista Animal Equality. La policy che sancisce l’impegno a non rifornirsi da allevamenti di galline allevate in gabbia è arrivata a seguito della più grande campagna atta a sensibilizzare l’opinione pubblica mai svoltasi finora e, organizzata da Open Wing Alliance. Si tratta di una coalizione internazionale che lavora attivamente per il benessere di tutti quei polli e galline che si trovano ancora confinati negli allenamenti intensivi in giro per tutto il mondo.
La Open Wing Alliance è il frutto della collaborazione degli attivisti di 77 importanti organizzazioni per la protezione degli animali che, già in 63 paesi, hanno chiesto una svolta vera e concreta a Yum! Brands. Ovviamente, prima che il colosso del Fast Food la desse vinta agli attivisti, questi ultimi hanno svolto una campagna in rete particolarmente efficace ed icastica. Non solo, sono state diverse, infatti, le proteste dal vivo realizzatesi fra Italia, Serbia, Nigeria, Taiwan e molti altri paesi del mondo. Ad oggi, poi, la domanda dei clienti di uova cage-free è in costante aumento e, per questo, molte aziende del settore si sono già mosse verso l’abbandono delle gabbie.